Un massone allo IOR?
Certo porcazozza che lo IOR sta proprio diventando il refugium peccatorum: ci stanno finendo dentro in ruoli di responsabilità pornocrati, lobbisti gay, corvi, donne spione, sputtanatori in incognita del Vaticano su Dagospia, gole profonde, ruffiani, massoni anche. E tutta questa corte dei miracoli sarebbe destinata a rendere “limpida” la gestione dello IOR, quella bancarella da poveri. L’eterogenesi dei fini, al solito! È come mettere ordine in un pollaio piazzandoci una volpe.
Oggi qualcuno m’avvisa trasalendo della nomina allo IOR di Santos Avril. Al che un prete “interno” alla notizia ha esclamato un “scusa se dico parolacce: cazzo!…”. Cosa lo ha turbato? Ma niente probabilmente, pinzellacchere, quisquilie, bazzecole. Gli è il fatto che un tempo un prete spagnolo (QUI) scrisse un libro ben documentato. Un libro dove, pare… dice… forse… girandoci intorno…, l’ombra di Avril si incrociava con giri oscuri, per lo più massonici. Ecco cosa li ha sconvolti: secondo… diciamo così… leggenda questo Avril sarebbe non un sospetto di massoneria ma addirittura un massone conclamato tanto da far impallidire l’ancora vivente ex capo della Gran Loggia vaticana, il cardinale F.M, che in tale postazione successe al pure ancora vivente cardinale A.S., e va da sé entrambi uomini di curia e progressisti.
E allora capisci lo sfogo di un prete di Segreteria di Stato che esclama esasperato “ma come fai a non pensare che la Chiesa sia finita in mano ai massoni?!”.
Per la verità non è solo questo che lo ha indignato; lo ha allarmato maggiormente un ricordo nitido su Avril: «Lui è quello che sei mesi prima del conclave del 2013 andava dicendo che bisognava eleggere Bergoglio perché Benedetto si dimetteva di certo…». E allora metti questo e quello, sommi presunta Loggia Vaticana e tutto il resto… fai due + due e ancora i conti non tornano. Non del tutto almeno. Sì, perché non c’è due senza tre. Questo “tre” è presto detto. O almeno sussurrato.
Ve lo sussurro pure io.
Tale Santos Avril ha messo a disposizione del Papa in due giorni la somma di 3milioni di euro per tamponare il grosso debito di 24 milioni di euro della Chiesa in Brasile per la recente GMG. Il Papa ha chiesto allo IOR un mese fa cosa si potesse fare per aiutare la Chiesa in Brasile, ma sembra non abbia ottenuto alcuna risposta. 15 giorni fa Avril si è presentato dal Papa recando con sé la somma di questi 3 milioni di euro.
A quanto pare è stato a dovere ringraziato e ricompensato per il “pensierino”. E ora ecchitelo allo IOR. Due settimane dopo.
Qualcuno si è domandato se in certo senso potesse riscontrarsi in tutta questa vicenda sentore di simonia. Ma le cariche allo IOR non sono cariche ecclesiastiche o sacramentali. E in ogni caso, stando come stanno le cose, la simonia non sarebbe certo il peccato peggiore.
Tuttavia sarebbe da capire da dove di preciso ha preso tutti quei soldi l’Avril, a quale fondo ha attinto.
Chiacchiere, come vedete. Cose alle quali non credo.
La “rivoluzione di Bergoglio” ha partorito il topolino: Nunzio Galantino
Non ho ancora capito tutta questa attenzione leziosa, isterica, nevrastenica per le pur minime nomine del papa. Per dirne una: fin poco fa neppure sapevamo quasi ci fossero delle commissioni cardinalizie con dei membri, che c’era anche un “segretario della CEI”. Adesso appena il papa o chi per lui sposta per ordinaria amministrazione da una commissione all’altra un cardinale, buuum tanto di titoli di giornale sulla “rivoluzione di papa Francesco” e la “riforma della curia” e il “cambiamento della Chiesa”. Anche se solo della promozione dello scopatore segreto a cameriere privato s’è trattato. Che fessi!
Così ad esempio è stato per la nomina a segretario della CEI del pugliese mons. Nunzio Galantino, al posto del siculo mons. Crociata spedito quasi in penitenza a Latina, mentre sin pochi mesi fa era dato come certo per Palermo. È questo il mistero triste (ma che fa tanto ridere) del segretariato della CEI come anche delle sue vicepresidenze: lì, volta per volta vengono piazzati monsignori in carriera che da quel momento saranno considerati in “inarrestabile ascesa”. Inarrestabile ascesa… alle spalle, sovente: diversi sono stati i trionfi effimeri in quella postazione, che da trampolino di lancio spesso è trasmutata in pietra tombale su una carriera brillante, al cambio magari di un presidente della CEI o di un papa: specie per chi è stato calato lì dall’alto. Male finì, prima di cominciare, l’inarrestabile ascesa, che fece leggenda, di Egidio Caporello; male è finito Crociata.
Ora questo Nunzio Galantino, che proviene da una diocesi calabrese scarsa di preti e con il seminario vuoto. Ma salutato a strombazzate encomiastiche dai giornali come una ennesima tappa “rivoluzionaria” di Francesco, come il suo progressista alter ego, il vescovo bergoglioso style all’italiana, nientemeno che la fotocopia episcopale di papa Francesco. E tanto rumor… solo perché mette ‘na crucella di argento al petto, si fa chiamare “don”, gira in auto per la diocesi guidando da sé l’utilitaria. E capirai!
Con questi toni qui l’ha salutato quel vischioso e codino contenitore di superficiali baggianate clericali che è Vatican-insider, partito benissimo e impantanato adesso nel limo della cortigianeria da ideologi clericali dei poveri. Da progressistelli da sacrestia più che da cattedra teologica. Così da costoro è stato presentato Galantino, con un articolo ridicolo e mistificatorio:
« Vive in seminario, perché il palazzo vescovile è troppo grande, e vuoto, per una persona sola. Non ha segretari: al telefono risponde da sé. E quando qualcuno bussa alla porta, è lui ad aprire. È un prete così quello che papa Francesco ha chiamato a ricoprire uno dei ruoli più importanti dell’organo… » (vedi QUI)
Emblematico che l’articolista abbia un cognome evocatico: Sodano.
Ma le cose stanno davvero come dice il pezzo?
In realtà l’articolo fa schifo. Ma non fa lo stesso effetto il Galantino, perché quel “Sodano” non ha capito proprio nulla di lui: usa sapientemente certe note per confermare la sua tesi. Ma in realtà Galantino è stato scelto praticamente NON dal papa ma da Bagnasco, lui lo ha sempre sostenuto e lui lo ha fatto diventare vescovo.
Un prete della CEI, tutt’altro che progressista, che con Galantino ha collaborato, mi conferma che quando lavorava lì, “lui era uno dei preti migliori che c’erano, secondo me”. E Bagnasco lo stimava molto.
È ortodosso?, chiedo. “Diciamo che è nella media, non mi voglio esporre troppo ma se lo facessi direi di sì: è operativo, conosce bene la CEI”.
Dunque opera di Bagnasco fu, non tentazione di Francesco. Capito mi avete?